Il 2014 si prospetta un anno di grande svolta e cambiamento per la normativa relativa agli immobili per tutti gli interessati, proprietari e inquilini in testa.
Dall’ICI all’IMU passando per TRISE, TASI, IUC, MINI-IMU, ciò che non manca al legislatore è la fantasia nel coniare nuovi nomi per indicare tasse sugli immobili, ma la fantasia si ferma lì e non arriva a trovare soluzioni che alleggeriscano il peso fiscale e gli altri oneri gravanti sugli immobili.
Ma lo sforzo creativo si accompagna alla difficoltà insormontabile per i contribuenti che non solo debbono far fronte alla crescente tassazione, ma non hanno certezze sui calcoli e sulle scadenze.
Il nuovo tributo sugli immobili si chiama IUC (imposta unica comunale), una Service Tax che all’interno contiene la vecchia IMU, Tari (tassa sui rifiuti) e Tasi (tassa sui servizi indivisibili); comprenderà la tassazione sulla raccolta dei rifiuti e servizi indivisibili, ovvero illuminazione pubblica, manutenzione delle strade ed altro; verrà a pesare sia sui proprietari che sugli occupanti.
Mini-Imu già operativa e in scadenza il prossimo 24 gennaio, modifiche alla tassazione delle compravendite e delle cessioni, ulteriori modifiche al diritto condominiale, canoni di locazione che non si possono pagare in contanti anche se di importo inferiore al limite dei € 1.000,00; prorogate le detrazioni per ristrutturazioni e interventi di risparmio energetico.
Molte delle novità parrebbero essere utili a dare un nuovo slancio al mercato degli immobili, sia per quanto riguarda le compravendite che per ristrutturazioni e altri interventi migliorativi. Ma i minori prezzi di acquisto e gli incentivi fiscali non sono in grado di supplire alla oramai cronica carenza di liquidità dei cittadini e soprattutto alla perdurante chiusura del credito da parte delle banche.
Ma se per i privati l’acquisto di un’abitazione è fonte di notevoli esborsi, per un’impresa, un negoziante o un professionista che vogliono acquistare un capannone, un negozio o un ufficio la tassazione è alle stelle.
Facciamo un esempio: per l’acquisto di un bene produttivo del valore di € 200.000,00 il malcapitato imprenditore, negoziante o professionista dovranno aggiungere 44.000,00 euro di IVA, 6.000,00 euro di imposta ipotecaria, 2.000,00 di imposta catastale, 200,00 di imposta di registro per totali 52.400,00 oltre a dover pagare l’atto notarile per 3/5.000,00 euro circa, l’atto notarile per l’erogazione del mutuo per altri 3.000,00 euro, l’agenzia immobiliare per 6.000,00 euro. Pagherà 70.000,00 tra tasse e imposte, il 35% del valore del bene!
Come può ripartire l’economia di un Paese??